Difficile
riassumere in poche righe la lunga vicenda artistica della band, che
esordì nel 1993 con il nome di Roots
In Concrete
per poi scegliere nel 1995 quello di Radici
nel Cemento.
Nel
corso degli anni, il gruppo ha tenuto un numero impressionante di
concerti in Italia e in Europa, collaborando con nomi storici della
scena reggae giamaicana (da Laurel
Aitken
a
Max Romeo, a Alton Ellis)
e italiana (Bunna
e Madaski
degli Africa
Unite
e Roy
Paci).
Le loro canzoni pervase dal ritmo profondo e contagioso del reggae
hanno puntato il dito contro le ingiustizie, raccontato l’amore
spesso in chiave ironica, trasmettendo quella sensazione di unità e
forza propria di chi crede che la musica non sia solo e soltanto moda
o intrattenimento fine a se stesso. Spesso i Radici
nel Cemento
hanno inserito nei loro testi parole e atteggiamenti che appartengono
alla cultura romana più popolare e autentica. Non a caso sono stati
tra i primi a prendere posizione contro la deriva omofobica che ha
macchiato la scena reggae giamaicana degli ultimi anni. Quella dei
Radici
nel Cemento è
una storia, ormai lunga e importante, che è partita dal basso ( non
a caso lo strumento fondamentale del reggae) e che continua su quel
percorso. Questa è una band indipendente, libera e orgogliosa, che
continua a gridare forte e a coinvolgere in maniera semplice, diretta
e immediata il pubblico.
Nell’aprile del
2013 la band è tornata in studio per preparare il nuovo e atteso
album. Comincia così un nuovo capitolo in quella che è ormai una
lunga vicenda. Il risultato del lavoro in studio è “7”,
album dal suono reggae pieno e coinvolgente. Lo stile e la
personalità della band sono sempre più a fuoco, mentre le canzoni
dell’album hanno tutto, dalla melodia, al ritmo, agli
arrangiamenti, per colpire fin dal primo istante. Per molti aspetti 7
è il loro lavoro più maturo e completo, perfettamente in grado di
ricevere sia il consenso di tutti quelli che sono stati al loro
fianco per tutti questi anni e sia di quelli che si avvicineranno
allo stile delle “Radici”
per la prima volta.
Il
titolo dell’album evidenzia che questo è il settimo capitolo
della loro discografia ma al tempo stesso il 7 è un numero primo, un
numero magico e inoltre sul palco la band è composta da sette
elementi. Il cerchio è chiuso.
A
cinque anni dal loro ultimo album di inediti ( Il
Paese di Pulcinella),
i Radici
nel Cemento tornano
finalmente con un disco con 14 pezzi originali, molto suonato, curato
in ogni dettaglio con tematiche e stili che variano dal roots reggae
(Movimento
Lento,
Libera,
Soleluna)
al rocksteady
(Romareggaeroots),
ska (Quello
che io Cerco,
Nina,
La
Skampagnata),calypso
(Tuta
e pigiama),e
reggae militante( L'
acqua,
La
Guerra di Tore,Piazza
Giuliani,
Ya
Basta!).
A
Rastablanco,
una delle due voci storiche della band si aggiunge in modo più
consistente anche la voce di Giuliobass
che oltre alle linee di basso contribuisce con 6 canzoni.
Alla
riuscita dell’album hanno contribuito in maniera decisiva tanti
amici musicisti della band, e un uso limitato ma sapiente dell'
elettronica. Inoltre vanno sottolineate le partecipazioni di Giulia
Lenti, nota in ambiente reggae come Julia
Kee,
che ci regala una perla su Soleluna,
Ginko,
veterano della Villa
Ada Posse
su Romareggaeroots
e la storica voce della Banda
Bassotti,
Angelo
Conti
,meglio noto come "Sigaro",
col suo breve ma intenso monologo su
Ya
Basta!.
Ed
è solo l’inizio
H 21.30
Ingresso Gratuito