Sicurezza alimentare vs sviluppo industriale, risorse fondamentali e beni comuni sacrificati sull’altare delle SEZ (Zone Economiche Speciali), antiche popolazioni indigene e territori quanto mai ricchi di tradizioni e biodiversità spazzati via nel più selvaggio land grabbing per favorire gli interessi dell’industria estrattiva: forse la definizione di “democrazia più grande del pianeta” non calza più. Forse è il momento di vedere nell’India il crescere di un’inquietante e quanto mai complessa apartheid, come recentemente ha scritto anche la scrittrice Arundhati Roy nel collegare la crescente violenza di genere al massiccio abuso ambientale e alle mai risolte discriminazioni castali. A che punto stanno i più fondamentali Diritti Umani, il progetto nehruviano di Inclusione Sociale, la promessa di una crescita modesta ma possibile per tutti, nell’India che si avvia a diventare la terza potenza economica mondiale – e che ha da poco eletto Narendra Modi nel ruolo di Primo Ministro? Ne parliamo con il film maker e saggista Sanjay Kak in Italia per presentare il suo ultimo Red Ant Dream, il terzo di un ciclo di film che mette in questione le contraddizioni della democrazia in India: dalla documentazione dell’infinita ma perdente resistenza contro le dighe lungo il fiume Narmada (Words on Water, 2002), all’inchiesta sulla crescente intifada in Kashmir (Jashn-e-Azadi, 2007). Interventi di: Sanjay Kak, media/attivista, autore del documentario RED ANT DREAM, Alfredo Luis Somoza, Presidente ICEI, ex rappresentante della Lega per i Diritti dei Popoli presso il Working Group on Indigenous Affairs/UN, docente nella Winter School dell’ISPI, Luigi Lusenti, ARCS/Expo dei Popoli. Introduce: Daniela Bezzi, Ricercatrice indipendente
H 19.30 @ Area Lounge